venerdì 27 febbraio 2009

back in the days

IL RITO

Questa sera voglio vestirmi per te. Come se dovessi incontrarti per una prima volta. Vestirsi è dare un messaggio è anticipare l'altro è avvertirlo di ciò che potrà chiedere e di ciò che non potrà ottenere.
Come mi preparerei allora? Sono molto precisa in certe cose e dunque inizierei controllando l'effettiva morbidezza della mia pelle. Io la voglio bianca e serica. In risalto agli occhi gradevole al tatto. Dovrai accarezzarmi, VORRAI accarezzare la mia schiena sin dal primo momento. Di questo sono più che certa.
Ecco allora. Sono di fronte allo specchio e lascio cadere l'asciugamano che mi avvolge. Vediamo la depilazione... Gambe liscie così come il ventre. Giù dall'ombelico, passata l'asperità d'acciaio del piercing che lo adorna, c'è il declivio che porta dritto all'interno delle mie cosce. Liscio da baciare leccare morbido dolce. E' pan di zucchero pronto ad essere gustato.
Lascio che una mano mi accarezzi - come fosse tua - ma so che è mia e so già ciò che sta per fare. Esperta, questa mano ora mi farà godere.
Mi masturbo con lentezza gli occhi persi sullo specchio. Sono divina puttana da fottere - lo sai? - traccio piccoli cerchi sul mio clitoride. Lo faccio leccandomi le dita, appoggiando un piede sul ripano del lavandino, così da essere spalancata e riflessa. Indecente spettacolo di un fiore violaceo bagnato che si apre solo per me in questo momento. I movimenti del mio dito medio si fanno veloci, sempre più, l'altra mano allarga le labbra scappuccia la clito la scopre. Ho brividi spinali, come scosse cerebrali. Mi inumidisco la bocca, che quando sto godendo mi si secca da morire. Immagino come la bacerai tu. O piuttosto penso che tu dovrai beneficiare di questo spettacolo irriverente per un maschio. Una donna che si dà piacere da sola. Senza cazzo, solo con un esile dito, magari due. Una donna dallo sguardo fiero e provocatorio che diventa languido e vacuo, man mano che l'orgasmo si avvicina. La mia faccia tra poco si contrarrà in un parossismo, il respiro accellerato sfocerà in un gemito prolungato e liquido. Sollievo e dolore che sia finita tanto in fretta.
Mi assaporo. Oggi i miei umori sono dolci. Forse perchè il mio dito lo è stato per primo dolce e suadente per nulla invadente. Potrebbero essere invece diversi se... Chissà.
Ciò che conta adesso è che indosserò la biancheria senza asciugarmi. Fica bagnata solo per te, ma in assenza di te. Scelgo un perizoma di pizzo nero tre stringhe sui fianchi a simulare graffi d'ardore e una'apertura sotto così da consentire manovre ardite. Ci pensi? Mi basterebbe sollevare un minimo la gonna, salirti in braccio e saresti mio in un battito di ciglia. Sentirei che ti gonfi, proprio estraendotelo dalla patta, urgente e birichina. In un luogo affollato magari, mentre siamo un pò brilli. Dovresti impalarmi semplicemente. Abbastanza chiara?
Ora il reggiseno di pizzo a balconcino molto basso: è uno di quelli che lasciano che i capezzoli sporgano. Ti basterà slacciarmi la camicetta e li ritroverai puntati su di te come una rosea richiesta d'attenzione. Che faresti? Li morderesti, spero. Alternando debitamente lingua e denti. Te l'ho detto che mi fa impazzire essere un pò maltrattata a letto. Fomenta la troia esalta le mia parte oscura e promiscua. Mi piace sentirla, la mia carne, in grave urto con la tua nella necessità del piacere. Sii un master severo. Nonostante l'atteggiamento che ho, da fiera amazzone. Dominami. Soddisfami. Sbattimi. Questa è una sfida frammista ad un invito.
Le calze stanno velando le mia gambe, sono nere di nylon, senza elastico, da signora d'un tempo. Le userò col reggicalze. Così che le tue mani, scorrendo sotto la gonna troveranno ad un tratto come una sorpresa la verità calda e cedevole della mia pelle. Le dita indugieranno incerte sul bordo della calza poi proseguiranno verso l'inguine e mi cercherannno per stuzzicarmi sotto il tavolo. Titillandomi il clitoride tra una chiacchera e l'altra...mmhh... Che bello essere pronta all'uso, facilmente raggiungibile da mani così. Da dita sapienti. Mi farai bagnare ancora, magari aiutandoti con un cubetto di ghiaccio preso dal tuo drink. Le fantasie su quest'incontro non mi abbandonano ma continuano a turbinare nel mio cervello - la zona erogena primaria - senza sosta. E sono di nuovo umida tra le cosce.
Vorrei incontrare qualcuno che abbia la capacità di masturbarmi la mente. Attraverso parole e concetti che la lambiscano e l'afferrino poi. La scaldino, facendola sciogliere togliendole qualsaisi freno. Magari questo qualcuno sarai tu e mi dirai sconcerie con l'aria più incurante sulla faccia della terra, sorridendo nel percepire il mio imbarazzo, incoraggiato a spingerti oltre. Trova un tabù verbale che mi faccia arrossire come un'educanda usalo su di me sperimenta fin dove puoi arrivare.
Il limite non è mai scontato con me. Posso fare tutto con te. O posso essere fredda ed automatica e limitata come una donnetta qualunque. Dipenderà da come saprai prendermi.
La gonna ora. Lunga fino al ginocchio affusolata e stretta con un generoso spacco che arriva poco sotto il sedere. Stasera si gioca a risiko su di me. Coi cm di pelle che riuscirai a scoprire, bello. Sarò coperta da capo a piedi. Ora indosso la camicia: è un velo che si appoggia sulle mie spalle e sui miei seni piccoli e già in buona parte scoperti. La giacca penserà a coprire ciò che va coperto. Giacca camicia gonna al ginocchio... Pensi a me come ad una segretaria? Inizia a tremare per i 12 cm di tacco a spillo che vengono ora. Qualcuno tempo fa mi chiese di fare una passeggiata su di lui con questi...
Già conosci il potere di queste scarpe , come mi facciano sentire. Diva puttana. Arriverò con passi un pò incerti su questi tacchi. I fianchi muovendosi a ritmo, formando un otto immaginario. Vorrai vedermi cadere sul tuo letto, mentre i laccetti alle caviglie ti faranno pensare a corde per tenermi buona mentre tu approfitti di me. Asseconderò i tuoi capricci - questo il tuo pensiero
Bene. È ciò che voglio. Ora il trucco: matita nera sugli occhi e rossetto rosso a dare rilievo alla mia bocca. Infine gli occhiali, leggermente a punta rossi. Pronta.
Stasera, se riuscirai, potrai avere una segretaria porno, una slave compiacente, una regina del pompino. Un pacco regalo da scartare con la bava alla bocca e le pupille dilatate. Sul letto o magari molto prima. In un cesso qualunque o sul cofano della tua macchina. Sarà l'eccitazione a deciderlo.

SOMETHING TO BEGIN

Perchè mai un blog? e perchè mai questo titolo?
Non ci sono motivi precisi. Tutto nasce di pancia, perchè sono un fiume in piena di pensieri che non sanno dove affluire e come. Tutto ha inizio qui in questo regno umbratile ed accogliente poichè sono stanca della facciata pubblica ed ho bisogno di un rifugio. Quel rifugio che non posso avere in 50 mq che abito e di cui necessito per avere uno spazio MIO. La famosa Stanza tutta per sè di cui scriveva V. Woolf.
In realtà è tantissimo che sono a digiuno di scrittura, e che non coltivo il flusso della mia coscienza. Sempre altro da fare, ogni volta un'impellenza. Le mille astruse necessità di una quotidianità che non mi va bene. Non più.
Troppo stretta. O magari è semplicemente che io mi sto dilatando a dismisura, gonfia per una malsana ritenzione di parole.

L'amore ed il Napalm. Elementi di un titolo a me caro, il libro che ha segnato una parte divertita della mia esistenza. Ma anche parti che si combinano a meraviglia nella mia concezione. L'amore può essere velenoso e distruttivo - anche in minima parte. Quante sono le cose cui rinunciamo o abbiamo rinunciato, in nome suo? Qualcuna. E senza troppi rimpianti probabilmente.
A volte poi trovo che il mio interrogarmi incessante senza posa sulla natura di questo sentimento e sul mio modo di viverlo, sia proprio napalm per il mio povero cervellino stanco. Che gira a vuoto come un motore in folle.

Aprire questo blog è pure una scommessa con me stessa, la principessa delle incostanti. Facili entusiasmi che cadono presto nell'oblio. Vedremo, dunque.

giovedì 26 febbraio 2009

Procediamo con ordine. Sono una donna di 30 anni, ho un compagno ed una figlia di 1.
Si direbbe da ciò che io sia una persona quieta e posata. Nulla di più falso. L'inquietudine non mi dà scampo mai. Non che io non sia serena circa la mia condizione. Ma è come se convivessero 2 soggetti in un unico corpo. Ed uno di essi è quello che brama, quello che sgomita per avere spazio, quello che si sente costretto, quello che è stato imprigionato come un demone.
C'è una parte di me che non si rassegna alla vita tranquilla, che continua a riandare a tempi diversi, in cui l'edonismo ed il divertimento avevano la meglio. Quel demone mi graffia la pelle per uscire, vuole godere di nuovo senza complicazioni come un tempo. Ed io scrivo per rendergli in parte la libertà che non posso concedergli in toto.
Ora il dovere mi chiama. Presto sarà tempo di dare espressione al lato cattivo.