Non riesco a liberarmi. Non posso sciogliermi. Nemmeno la scrittura ottiene questo risultato. Peraltro mi sembra di scrivere nel vuoto, c’è una forte dose di esibizionismo in questo mio blog – alla sua origine – che non trova soddisfazione.
Mmh- mh sono proprio un’esibizionista, nascosta sotto i panni della pudica. Tra l’altro ad incontrarmi per la strada, nel pomeriggio di un giorno qualunque, nessuno mai probabilmente indovinerebbe la mia natura perversa. Cammino con l’aria svagata – ancheggiando pesantemente, a quanto si dice – sciarpa cappello cappotto e passeggino tengono lontani sguardi maschili lubrici. Non potete sapere quali pensieri scorrano dietro la lenti scure degli occhiali da sole, non ci arrivereste mai.
Oh sì c’è la pizza da cucinare – so farla benissimo -, pannolini da comprare e svezzamenti da proseguire in un tripudio di pappe steineriane. Ma terminata questa sequela odorosa di pane fatto in casa, inizia la rumba.
O più precisamente un tango lento e voluttuoso e crudele, durante il quale incontro tutti i miei amanti. Passati e futuri. Veri o presunti, sono tutti presenti al gran ballo inscenato nell’immaginazione. La danza arcaica che mi spoglia dei panni consunti; mi sveste e riveste plasmandomi.
Sono come tu mi vuoi.
Mi vuoi puttana, questo me lo auguro. Per meno non mi sposto. Adoro esserlo, puttana. In tremendo contrasto con la persona che tutti vedono. Adoro sentirmelo dire e poi ripetere allo sfinimento durante l’amplesso. Perché segna una resa, marca un confine finalmente varcato oltre il quale sta il godimento senza freni. Basta col pensiero femminista, basta con il politicamente corretto. Ora che si scopa conta solo il corpo, il cervello deve tacere per poter meglio assaporare e spandere onde di elettricità che giungeranno via via più frequente. Allora, eccomi, sono la tua troia, dimmelo. Fa’ di me ciò che più ti piace, ma fallo bene. Fammi capire che sai come farmi godere. Che padroneggi l’arte della lascivia. Voglio abbandonarmi alle tue mani, alla necessità dei corpi, sentirmi dissolta nell’etere. L’anima affiora, in ogni singola cellula lambita dal tocco, mentre la testa inizierà a girare. Non conosco altro modo che questa totale resa per godere.
Nello spazio - effimero ed eterno al contempo - di una scopata, posso diventare il tuo luna- park preferito. Potrai salire su qualsiasi giostra ed io te lo concederò, poiché sarò la prima a godere e per te sarà un Dono.
Lo spazio speciale cui riandare sempre nelle ore solitarie che verranno.
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